
Vi è un legame molto stretto tra le pratiche di narrazione e la cittadinanza attiva. Un primo aspetto riguarda il fatto che il racconto di sé è un modo potente ed efficace per valorizzare quello che potremmo chiamare “l’invisibile patrimonio delle esperienze umane”. Parliamo di tutte quelle esperienze, apprendimenti, elaborazioni, che non trovano posto in un curriculum vitae, perché attengono, il più delle volte, a esperienze di tipo informale, ossia a tutto ciò che si impara “semplicemente vivendo”. Esperienze e apprendimenti che spesso non sono presenti neanche a noi stessi. Il racconto di sé, fatto in prima persona, o vissuto grazie all’aiuto di un altro che ascolta e raccoglie la nostra storia, diventa quindi strumento e occasione per l’emersione e la valorizzazione di questo patrimonio implicito; occasione per ricordare, e per chiedersi: quali sono le cose che – secondo me - valgono nella vita? Cosa vorrei per il mondo in cui vivo? Cosa – di ciò che mi pare aver imparato – mi piacerebbe comunicare ad altri?
Altri aspetti ancora rendono ragione del legame tra narrazione e partecipazione al mondo. Ad esempio l’aspetto della comunicazione. Raccontarsi è il primo e più “naturale” mezzo per comunicare con gli altri; ma è anche il modo attraverso cui conosciamo o approfondiamo aspetti della realtà invisibili o poco noti. C’è poi l’aspetto della possibilità di creare relazioni umane che superino le potenti barriere che attraversano il tessuto sociale: il racconto di sé mette infatti in comunicazione persone di età differenti, di diverse appartenenze e culture.
Infine è da sottolineare come sempre più persone scelgano il mezzo del narrare o del raccogliere storie di altri come forma di impegno e di contributo al loro ambiente. Ciò si traduce nel fatto di custodire le memorie dei luoghi di vita, rendere note realtà e problematiche sociali che altrimenti passerebbero inosservate, nonché nel mettere in evidenza quelle pratiche ed esperienze che testimoniano la possibilità di creare alternative, come per il gruppo Storie di Mondi Possibili.
Il progetto “Narrazione di sé come forma di cittadinanza attiva” ha voluto mettere in pratica gli aspetti sopra evidenziati, sia attraverso laboratori offerti ad abitanti della provincia di Roma di ogni età, cultura ed estrazione sociale, sia attraverso percorsi di sensibilizzazione e formazione per operatori, attivisti e volontari. La pubblicazione che qui presentiamo nasce – in gran parte - come frutto di tali laboratori; essa è composta da una prima sezione di racconti prodotti in queste occasioni, e che trovate anche pubblicati sui portali www.europeanmemories.eu e www.powos.org, nonché altre storie tratte sempre da tali archivi. Una seconda sezione comprende diversi contributi metodologici. Il libro stesso vuole essere, quindi, uno strumento e un’occasione per contribuire a diffondere il ruolo che le narrazioni di sé possono avere come mezzo di partecipazione, dandoci un esempio concreto di come i racconti possono farci pensare, conoscere, e contribuire al nostro ambiente, nonchè offrendo stimoli e spunti metodologici a volontari, attivisti, educatori.
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