
“Cammina con qualunque tempo:
il grano matura con la pioggia e con il sole”.
Per ricordare che non dobbiamo interrompere i nostri progetti solo perché la condizione è sfavorevole, possiamo, anzi, fare un salto di qualità. I fatti della vita, più o meno faticosi, rischiano di farci arrovellare in pensieri oscuri che ci paralizzano, quando invece potremmo cercare e vedere oltre, da un’altra prospettiva.
(Abstract) L’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha costretto le persone a rimanere isolate nelle proprie case, costrette a reinventare i propri contesti di vita sociale: la scuola, il lavoro, lo sport, ma anche il tempo libero vissuto con gli altri e attività educative come lo scoutismo. I ragazzi rimangono dentro casa e fuori c’è un silenzio che abbiamo definito “assordante”. Di tutto quello che prima appariva normale, scontato se non addirittura abitudinario, oggi se ne sente una mancanza angosciosa. COME ESSERE UNA COMUNITÁ RIMANENDO ISOLATI? Dal principio della quarantena ci siamo interrogati molto su come continuare a vivere uno scoutismo senza poter uscire di casa, senza entrare completamente a contatto con la natura e vivere le nostre attività all’aperto, ma soprattutto come rompere questo silenzio e la solitudine. Come recuperare una dimensione sociale in assenza di contatti fisici, visivi, concreti, reali? Come essere una comunità rimanendo isolati?Il nostro primo interesse è stato sicuramente quello di sensibilizzare i ragazzi al rispetto delle misure contenitive del contagio, dato che educhiamo anche alla legalità e alla solidarietà; successivamente abbiamo ritenuto fondamentale mantenere, attraverso le tecnologie e i social che abbiamo a disposizione oggi, l’aspetto della comunità. Ci siamo incontrati con i ragazzi tramite videochiamate, gli abbiamo lanciato sfide pratiche da svolgere in casa, sia di gruppo che individuali, abbiamo fatto sì che mantenessero tra loro contatti e abbiamo fatto sentire la nostra presenza anche da lontano, ricordandogli che non sono soli in questa situazione, che possono cercare conforto in noi capi e che prima o poi ripartiremo più carichi di prima.Poi abbiamo pensato ad un particolare strumento che mettesse insieme tutte le nostre voci: la radio. La domanda di partenza è stata: da cosa siamo accomunati tutti, in questo periodo di isolamento? Cosa ci resta per riuscire a tessere relazioni con gli altri? La risposta è: LA PAROLA. La parola è il principale strumento di relazione che, in forma parlata, scritta o cantata riesce a far sentire la nostra voce agli altri, che ci permette di creare, condividere e trasmettere idee e sensazioni. Guardando alle tecnologie a nostra disposizione, è stata scelta la RADIO come strumento di aggregazione più idoneo a dare la parola, raccogliere e trasmettere le parole di una comunità....
- Storie di quarantena
- Social and educational work in the emergency
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