
Dovevo essere un maschietto. E i miei avevano anche scelto un nome: “Francesco”. Poi, con grande disapprovazione di mio fratello, il 14 ottobre 1987, nacque una bambina.
“Ma cos'è una transformer? Mamma, rimettila subito da dove è venuta. Non mi piace”.
Queste furono le parole di benvenuto con cui venni accolta da mio fratello Matteo. Così i miei, un po´per tranquillizzarlo, un po´perché forse erano a corto di fantasia, decisero di far scegliere a lui il mio nuovo nome. E gliene sono grata. Infatti se avessero voluto seguire la tradizione e e darmi il nome di una delle mie nonne, ora mi chiamerei Cesira oppure CroceBiciaLicia, che si scrive tutto attaccato.
Chiara invece è un nome che mi si addice: rimanda alla trasparenza e io mi sento spesso come un libro aperto. Qualsiasi emozione io stia provando o pensiero mi passi per la testa...mi si legge chiaramente in faccia.
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