
È un normale giorno di marzo, la classe in fermento è intorno a me, tiriamo fuori da uno scatolone il materiale ordinato per la Festa del Libro che si terrà come tutti gli anni a maggio. Una bambina lancia l’allarme: “Maestra, lo striscione di stoffa per Gianni Rodari non c’è!”. Corrono tutti e fanno a gara a tirar fuori in un battibaleno ogni oggetto... finalmente si trova, stava ben piegato sul fondo. Che sollievo! Ci sono anche i colori per la stoffa con cui dobbiamo creare lo striscione e le t-shirt per il nostro amato Maestro Gianni. Sta per suonare la campanella, si spegne la lim, il pc, lo striscione ed i colori sono al sicuro nel ripiano più alto dell’armadio. Arriva la notizia che c’è un malato di Covid all’Università della Tuscia, lo stanno portando allo Spallanzani, mi specchio negli occhi della collega: c’è angoscia, paura improvvisa. Il virus è qui.
ANGOSCIA, PAURA IMPROVVISA. IL VIRUS É QUI. I bambini scendono rumorosamente le scale, ci si saluta sul portone, un ultimo sguardo prima di andare a casa: “Ciao, maestra buon pranzo!”- “Grazie , anche a te! A domani!”. Quel domani deve ancora arrivare, non ci siamo più visti.
Inizia un periodo difficile, da dimenticare: io e le colleghe andiamo a scuola e consegniamo alle rappresentanti di classe libri e quaderni dei bambini. Prendo alla rinfusa tutti i miei testi e.. guardo nel ripiano della cattedra dove tengo “I cinque”, una raccolta di libri di Gianni Rodari: lo ripongo bene nella borsa e mi dico che non può rimanere lì, da solo.
I bambini diventano un nome arido sul Registro elettronico: firme da mettere ogni giorno, compiti da assegnare, spiegazioni da inviare prima con un ‘app audio poi imparo anche a fare i video, così penso che possono vedermi anche se io non li sento e non posso vederli. Finalmente, quando si capisce che il virus non ci farà più tornare a scuola, viene attivata la mail per ogni bambino ed iniziano le lezioni in video- chiamata con Meet.
LA GIOIA DI RIVEDERSI ANCHE SOLO DA UNO SCHERMO. Che gioia, che festa rivedersi anche solo da uno schermo, la confusione è totale, tutti vogliono parlare. Il chiasso si sente per casa come se ci fosse una fiera, un grande mercato! Presto i bambini imparano le regole, alzano la mano, chiedono la parola in chat. Martina e Chiara, le gemelle, un giorno fanno la domanda : “Maestra ma Gianni Rodari non si fa più?”. Hanno gettato il sasso nello stagno: le onde concentriche si allargano prima nella mia testa che comincia a ronzare, pensare, progettare, poi nella loro. Sì, lo festeggeremo virtualmente, il virus non ci fermerà perché se vola “ La torta in cielo” anche le storie e le filastrocche di Rodari possono atterrare dal web tra di noi e creare “ Tante storie per giocare”.
.... PARTIAMO CON UN LAVORO COLLETTIVO: Partiamo con un lavoro collettivo ultimato mentre il virus faceva il suo ingresso: La luna.
L’abbiamo illustrata, composta, messo insieme tutti i disegni, la colonna sonora che non poteva essere che Imagine di Lennon e cantata, sì cantata tutti insieme.I bambini si sono attivati: “Ma sì maestra, facciamo un Power point per Rodari !” Incredibile.
Hanno pensato di utilizzare Meet per collegarsi il pomeriggio. Insieme hanno creato dei piccoli, grandi lavori per l’amato Maestro Gianni.
Altri hanno lavorato da soli ma sempre per lo stesso scopo: allargare i centri concentrici, smuovere idee, risvegliare sentimenti, sconvolgere per coinvolgere, lavorare non per se stessi ma per tutti. Tra i compiti di grammatica e di comprensione del testo ho iniziato a trovare: “ Lavoro per Rodari”. Aprivo i file di corsa dandogli la precedenza, non importava se fossero le undici di sera. Sorridevo... ridevo, sì finalmente ero tornata a ridere.
OMAGGIO A GIANNI RODARI … MANTERREMO UN’ORECCHIO ACERBO. Con l’aiuto di genitori, sorelle maggiori, compagni di scuola i piccoli delle classi quarte hanno creato tanti lavori in OMAGGIO A GIANNI RODARI; non così come lo avevamo progettato ad inizio anno ma in una modalità diversa che sempre un omaggio è al grande, geniale scrittore.Qualcuno di loro è arrivato a dire che lui, il Maestro Gianni, dal cielo vedrà tutto e sarà contento.
Quando poi La festa del Libro, alla sua XXII edizione, tanti sono gli anni trascorsi ad incentivare la lettura, è andata in onda, lo stesso, in collegamento Meet, a dispetto di tutto, allora sono arrivate le sorprese più belle: filastrocche recitate insieme, video, disegni. Il teatrino con materiale povero suggerito da Barbara Sarti durante la video-conferenza ha colpito nel segno.
Ho gustato così “ Il palazzo da rompere” dentro una scatola di scarpe come palcoscenico, e con i personaggi che andavano e venivano e…. giù… sfasciavano tutto il palazzo. E poi “Il palazzo di gelato” con la gente di Bologna che correva in piazza a leccare….
Così ho imparato dai bambini a non perdere mai la speranza: INSIEME, insegnanti, alunni e genitori, abbiamo rotto l’isolamento del virus. Grazie Gianni Rodari, grazie maestro Gianni! Per te ci impegneremo a mantenere Un orecchio acerbo.
https://www.youtube.com/watch?v=w_w9-j1JlAc
https://www.youtube.com/watch?v=dHRkgJ3K3TQ
https://www.youtube.com/watch?v=jW3ob5B6CLM
https://www.youtube.com/watch?v=YBUNsL7w_U0
https://www.youtube.com/watch?v=-BJZqAuTF0k
https://www.youtube.com/watch?v=HCH0Suo1yms&feature=youtu.be
- Storie di quarantena
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